2019
21 maggio - 7 giugno

da lunedì a venerdì 15.00-18.30

A cura della Fondazione Pasquinelli

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21 maggio - 7 giugno 2019

da lunedì a venerdì 15.00-18.30

A cura della Fondazione Pasquinelli

Ceramica-Pittura in dialogo

Artista che lavora la ceramica: padre Giuseppe Paparone

Il piacere per un fare manuale con un grande margine di sperimentalità, che lascia lo spazio più ampio all’invenzione, è alla base della produzione ceramica di padre Giuseppe, originata da una passione da autodidatta maturata e fatta crescere da insegnamenti di maestri artigiani e scuole di importante tradizione e qualità, come quella di Faenza.

Il luogo del suo operare – tra tornii, cavalletti rotanti, forni da cottura e materiali senza tempo (crete, ossidi, pigmenti) – si apre in un sotterraneo come una specie di segreta officina dove si dà forma alla materia; più in alto, a pochi metri di distanza, c’è un capolavoro assoluto come l’Ultima cena di Leonardo.

Da questo laboratorio nascosto escono adesso alcuni bei pezzi. In massima parte vasi eseguiti al tornio e grandi piatti, nei quali padre Giuseppe dà corso alla propria immaginazione: in decorazioni astratte – ora di pura fantasia, ora basate su modelli
compositivi tradizionali o arcaici – e nella ricerca di vibranti qualità cromatiche, soprattutto negli smalti.

Spiccano alcuni lavori più liberi, a loro volta astratti, basati sull’intreccio di bande di materia colorata, dove il senso della decorazione sfuma in vere e proprie piccole sculture.

Antonello Negri

Padre Giuseppe Paparone è nato in un piccolo paese della Sicilia nel 1946; dopo una gioventù trascorsa in viaggio per il mondo come Ufficiale Commissario sulle navi da crociera inizia un percorso esistenziale che lo conduce dall’ateismo alla fede e nel quale la vocazione religiosa e sacerdotale si rivela come un dono di grazia improvviso e inaspettato. Nel 1981 inizia il noviziato nell’Ordine Domenicano e nel 1987 viene ordinato presbitero. Consegue il dottorato in teologia spirituale nel 1998.

Con l’obiettivo di promuovere l’evangelizzazione, fonda a Milano una comunità di laici, la “Comunità Abbà” (www.comunita-abba.it), accolta ufficialmente nel 2002 nella Chiesa di Milano e poi nella Famiglia Domenicana.

TROPICO ITALIANO: Pittore Plinio Rhigon

Lasciare la patria brasiliana per tornare alla madre terra italiana. Partire da casa per fare ritorno alle proprie vere radici, portando nel cuore il sorriso, il gioco dell’arte, e una manciata di colori pieni di allegria.

Dopo una vita trascorsa in Brasile, Plinio Rhigon ha ritrovato in Italia una nuova ispirazione per la sua produzione pittorica.

Il cicloTropico Italiano esprime questa nuova fioritura creativa, con dipinti con tecnica acrilico su tela, dedicati al tema floreale, espresso con una tecnica liberata da ogni manierismo e felicemente aperta all’intuizione cromatica. Un’esplosione di pura felicità, che si diffonde con ritmo leggero e luminoso.

 “Nella natura brasiliana i fiori ci sono tutto l’anno. Qui mi sono reso conto che i fiori arrivano solo in una certa stagione, e li devi aspettare“. (Plinio)

Elena Bazzolo

Brasiliano di origine italiana, Plinio Rhigon si è laureato alla Scuola di Comunicazione e Arte - Corso di Teatro presso l’Università di S. Paolo del Brasile e alla Facoltà di Belle Arti di S. Paolo.

Ha lavorato come regista di spettacoli per adulti e per bambini in S. Paolo-Brasile.
Ha vinto il Premio “Mambembe” del Ministero della Cultura del Brasile e il Premio “APCA-Ass. Paulista dei Critici di Arte” per il lavoro teatrale realizzato per Adolescenti “CHUVA e GUARDA-CHUVA” (pioggia e ombrello).

Ha curato anche la regia della versione brasiliana della commedia musicale “Aggiungi un posto a Tavola” di Garinei e Giovannini, portando in scena lo spettacolo per un anno presso il teatro “Sergio Cardoso” di S. Paolo - Brasile.

Ha insegnato per 10 anni nella “Scuola di Applicazione della Facoltà di Pedagogia” dell’Università di S. Paolo del Brasile”; nel corso di tale esperienza di “professore di teatro” con alunni da 7 a 17 anni, ha messo a punto un metodo di insegnamento alternativo e divertente che consente all’alunno di valorizzare la propria creatività, la relazione con l’altro e con se stesso nel corso di tutto il processo educativo.